Incontri

Pascale Zinzten

Lunedì 31 marzo 2025

Crediti foto: Martina Orska

Artista poliedrica, Pascale Zintzen, fondatrice di Oikos Estudio, ha sempre vissuto in un universo in cui la creazione è essenziale. Formata in pittura, disegno e scultura, ha arricchito il suo sguardo con studi in archeologia e storia dell’arte prima di dedicarsi pienamente alla ceramica. Tra Barcellona e la campagna del Delta dell’Ebro, modella opere intrise di poesia, in cui si intrecciano terra, pigmenti naturali e influenze mediterranee. La sua collaborazione con Sessùn Alma riflette una profonda affinità con l’artigianato e le materie grezze, radicando il suo lavoro in un approccio in cui ogni oggetto porta con sé una storia unica.

Puoi raccontarci il tuo percorso e la tua formazione? Quali esperienze ti hanno condotta verso la ceramica e un approccio multidisciplinare all’arte?

Sono sempre stata immersa in un processo creativo. Da adolescente frequentavo quasi ogni giorno una scuola artistica, parallelamente a quella tradizionale, dove per sei anni ho studiato pittura, disegno e scultura. A diciott’anni, pur essendo appassionata dell’arte come pratica diretta, ho scelto di studiare archeologia e storia dell’arte all’università, un percorso che ha arricchito il mio vocabolario estetico, soprattutto riguardo agli oggetti domestici antichi. In seguito, ho conseguito anche un diploma in tappezzeria tradizionale, dove ho dato concretezza al mio amore per il gesto artigianale, la lavorazione lenta e la gioia del lavoro in atelier.

Queste esperienze hanno nutrito il mio approccio multidisciplinare, che integra terra, pittura e tessitura. Più tardi, nel 2020, mi è stato regalato un corso di ceramica per imparare a modellare con la tecnica del colombino e delle lastre… Da quel giorno non ho più trascorso più di 48 ore senza lavorare l’argilla.

Com’è nata la tua collaborazione con Sessùn Alma? Che cosa rappresenta per te, sul piano artistico e personale?

Credo che lacollaborazione con Sessùn Alma sia nata da un’affinità naturale tra i nostri universi. Condividiamo una passione per l’artigianato, i materiali naturali, l’autenticità, la bellezza, gli abiti e gli oggetti destinati a durare nel tempo.

La nostra collaborazione è iniziata con una selezione di opere in ceramica per le boutique di Barcellona e Marsiglia, per poi proseguire con il nuovo flagship di Parigi Bachaumont. Sul piano personale e professionale è per me un’esperienza straordinaria, che mi permette di condividere il mio lavoro con un marchio che ho sempre amato e di presentarlo a un pubblico più ampio.

Quali affinità senti con l’universo di Sessùn?

L’universo di Sessùn entra in profonda risonanza con la mia ricerca artistica: materiali naturali, umili, grezzi, primitivi. Il loro impegno verso l’artigianato e la durabilità rispecchia anche il mio modo di creare, lavorando ogni opera con lentezza, rispettando il tempo che il processo richiede. Credo che ci ritroviamo in un gusto condiviso per la raffinatezza dei materiali poveri, primitivi, tradizionali. Un amore per il lavoro manuale, semplicemente.

Quali sono le influenze principali che nutrono il tuo processo creativo?

I miei studi e il mio passato da archeologa sul campo mi hanno sensibilizzata all’estetica degli oggetti quotidiani antichi e alla loro lavorazione. Sono queste le radici del mio lessico artistico. L’estetica del Wabi-Sabi, che valorizza la bellezza dell’imperfezione, guida anch’essa la mia ricerca. La vita mediterranea, con la sua luce, le sue texture e i suoi paesaggi, impregna le mie creazioni. Infine – e forse soprattutto – la maternità, la monoparentalità e la vita quotidiana che ne deriva influenzano profondamente la mia arte, che parla di femminismo, di “cura” e di creatività. La mia situazione personale è al contempo un ostacolo e un trampolino straordinario.

Se dovessi scegliere un’opera emblematica del tuo lavoro, quale sarebbe e perché?

Se dovessi sceglierne una, presente in diverse boutique Sessùn, sarebbe il Buffalo Moon. Quest’opera scultorea, che modello a mano e decoro con diverse tonalità ottenute da pigmenti naturali raccolti personalmente, racchiude da sola tutti i temi evocati poco fa: la forza del femminile, la mitologia, l’oggetto magico per la casa…

Tra Barcellona e la campagna del Delta dell’Ebro, in che modo l’ambiente plasma la tua ispirazione e la tua pratica artistica?

La dualità tra la vitalità urbana di Barcellona e la quiete della campagna del Delta dell’Ebro arricchisce in profondità la nostra quotidianità. La città offre un’energia pulsante, una straordinaria ricchezza culturale e occasioni di incontro stimolanti: lo skate, grande passione dei miei due ragazzi, e per loro una crescente autonomia…

La campagna, invece, ci dona il silenzio, la natura e una vita in uno spazio estremamente semplice, con pannelli solari e acqua di cisterna. Una casetta bianca, un tempo abitata da coltivatori di ulivi, dal fascino incredibile. Passeggiamo molto ed è lì che raccolgo la maggior parte dei pigmenti naturali che utilizzo per gli ingobbi che decorano le mie ceramiche.

Questa casa-atelier immersa nella natura sembra essere il luogo in cui prende vita gran parte del tuo processo creativo. Potresti raccontarcelo e descriverci una giornata tipo in questo spazio?

La mia casa-atelier, incastonata nella natura, è un vero e proprio rifugio, un santuario. Una giornata tipica inizia spesso con il silenzio del mattino, il canto degli uccelli e una breve passeggiata con Nala, il nostro cane. Con i miei figli, Marius e Billy, amiamo fare la spesa nel villaggio. Ci andiamo spesso a piedi, è una splendida passeggiata, durante la quale approfitto per raccogliere del timo per le tisane serali. Nelle giornate ideali, i bambini aprono il loro ristorante, “Les Frères”, mi presentano il loro menù e cucinano per me mentre lavoro nell’atelier, situato all’aperto, dietro casa. Poi giochiamo, leggiamo, e d’estate andiamo spesso in spiaggia. Lavoro molto nei ritagli di tempo, ormai mi sono abituata. È così, finché i bambini cresceranno. Non mi oppongo a questa condizione, la considero piuttosto come un “limite-risorsa”, un’energia, un modo diverso di lavorare.

Quale messaggio desideri trasmettere a chi scopre e interagisce con le tue opere?

Attraverso le mie creazioni, voglio trasmettere un messaggio di forza, di poesia e di sorellanza.

Quali sono le tue ambizioni per Oikos Estudio?

La mia ambizione per Oikos Estudio è continuare a esplorare e spingere oltre i confini della creazione multidisciplinare, integrando nuove tecniche. Mi piacerebbe, col tempo, lavorare anche il legno, il metallo e il vetro. Vorrei esporre sempre di più in gallerie d’arte, continuando al contempo a proporre le mie opere nelle boutique e showroom che amo, come Sessùn. Sto realizzando creazioni sempre più grandi e voluminose e, con l’acquisto - se tutto andrà bene - di un secondo forno per ceramica molto più ampio nel 2025, potrò sviluppare davvero il mio lavoro in questa direzione. La mia ambizione, soprattutto, è poter lavorare ogni giorno - keep the process and do the job - e ottenere il riconoscimento necessario per continuare a creare, crescere nella mia arte e far vivere di questo la mia bellissima e piccola famiglia. L’arte, per me, è un mezzo per tessere legami, raccontare storie e costruire un mondo più bello, umile e sincero. E ne abbiamo davvero bisogno.

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