Architettura

Charonne, il nostro nido

Lunedì 13 maggio 2019

Un rifugio, uno scrigno intimo e accogliente, fatto di curve morbide e prossimità…

La boutique di rue de Charonne è stata la prima ad aprire le porte di Sessùn: lì abbiamo intrecciato i nostri primi legami, accolto i primi clienti, piantato le nostre radici.

Si è poi arricchita di uno spazio aggiuntivo, dedicato alla presentazione di opere e creazioni di artisti capaci di emozionarci, interrogarci, a volte persino sconvolgerci, e che sempre risuonano con il nostro percorso. Un cammino fatto di ricerca, di attenzione ai dettagli, di rispetto, coerenza e savoir-faire. 

Quando Emma ha condiviso la sua idea con l’architetta Aurélie Rimbert, evocava l’immagine di una capanna, di un rifugio sciamanico, di un luogo simbolico al tempo stesso di introspezione e di apertura sul mondo. Il Cocon è uno spazio rotondo, vivo, organico, costruito ovviamente con materiali naturali.

Il filo conduttore ha guardato alle architetture vernacolari – igloo, wigwam, tipì, yurte – e al legame profondo che instaurano tra l’uomo e l’ambiente.

Legno, canne, cuoio: il Cocon parla lo stesso linguaggio della natura.

La struttura, progettata dall’atelier Jean-Brieuc, prende forma come uno scheletro organico composto da centinaia di elementi in faggio, tagliati e assemblati come un puzzle: alcuni si incastrano con precisione, altri, più solidi, rinforzano le giunture, e tutti gli elementi sono modellati al tornio. Preparati e montati ad Angers, le diverse arcate sono state poi assemblate direttamente in loco, per facilitarne il trasporto e la messa in opera.

È stata realizzata anche una replica a grandezza naturale, che ha permesso alla Vannerie de Villaines - l’ultima rimasta in Francia, custode di un savoir-faire incomparabile - di predisporre il lavoro di intreccio.

Integrati alla struttura, gli intrecci di rattan sono stati arricchiti da inserti in vimini, così da dare forma allo spazio e segnare il passaggio d’ingresso. Un lavoro interamente manuale, che richiede ore di concentrazione e un dialogo paziente con la materia.

I Maadani edificano con canne e terra essiccata i loro mudhif, le “case degli amici”, concepite per offrire ospitalità ai viandanti e accogliere chi si ama. Come il Popolo delle Canne, anche noi abbiamo immaginato il Cocon come un luogo di incontro e di amicizia, pensato per accogliere le collaborazioni, le collezioni nate dai nostri incontri con i creatori che ci sono più cari.

Le strutture espositive, integrate direttamente nella struttura, si collegano all’interno e si fondono con le panche in pelle. Ispirate al cavallo con maniglie ginnico o alla sella posata dal cavaliere dopo una lunga giornata nelle pianure, seguono le curve della struttura, abbracciandola per accogliere i corpi e invitarli a sedersi. La materia di cui sono fatte instaura un dialogo profondo con il legno, evocando al tempo stesso l’animale e il vegetale, e tracciando i segni sotto cui prenderà forma il rituale…

Accanto alle collaborazioni, il Cocon è dedicato agli accessori e alle calzature, ma anche all’esperienza stessa del provarli. Una toeletta contemporanea su cui troneggiano forme inventate, percorse dallo spirito di Brancusi… teste con fasce, bacini con cinture, colli con collane, polsi con bracciali. Tutti realizzati in legno: disegnati, modellati, levigati e lucidati per sublimare ciò che sostengono.

Sulle pareti affiorano spalle per borse dalle linee morbide, scolpite direttamente nel muro d’ocra rossa.

Morbido e sinuoso è anche l’arredo, che scivola nello spazio, lo sfiora senza mai imporsi. 

Il Cocon è un bozzolo, un involucro setoso, intessuto per accogliere ciò che è destinato a trasformarsi, ad evolvere, a nutrirsi di ciò che lo circonda per potersi costruire. È lo scrigno della metamorfosi, ciò che abbraccia e permette alla novità di sbocciare.

È il nido dei nostri desideri per il mondo che verrà: qualcosa di bello, dolce e tondeggiante. Uno spazio rassicurante, pensato e realizzato dalle mani esperte di chi dedica la propria vita a sublimare ciò che lo circonda. Uno spazio benevolo, dove si rivelano le creazioni di chi consacra la propria esistenza alla ricerca del bello, del buono, del bene. Di chi avanza a mani aperte, con la piena coscienza del proprio essere e del ruolo che gli appartiene.

Un luogo di magia contemporanea, dove aleggia la gratitudine infinita verso chi ci ha preceduto e il rispetto incalcolabile verso chi verrà dopo, verso ciò che desideriamo lasciare in eredità. Un universo fatto di scelte, di dolcezza e di impegno.

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